Il mio proposito di rispettare una sorta di ordine cronologico in questo blog è fallito in partenza. Poco male, spero di riuscire a scrivere due post oggi e vediamo se riesco.
Dopo il post di ieri, e dopo averne parlato a cena con due cari amici (e il figlio che ovviamente era informatissimo), stamattina è continuato il mio scambio di idee non con Charlie ma con Daniela T., con la quale stiamo cercando di esplorare i limiti e le potenzialità di questo strumento.
Ringrazio Daniela di cuore perché il confronto con una persona (veramente) intelligente e sensibile come lei mi sta aiutando molto a riflettere su questa cosa che si sviluppa alla velocità della luce.
"This kind of artificial intelligence we're talking about right now can sometimes lead to something we call hallucination," Prabhakar Raghavan, senior vice president at Google and head of Google Search, told Germany's Welt am Sonntag newspaper."This then expresses itself in such a way that a machine provides a convincing but completely made-up answer," Raghavan said in comments published in German. One of the fundamental tasks, he added, was keeping this to a minimum.
Ne ho avuto conferma varie volte, come dimostra il post di ieri, ma questa chiacchierata che riporto per intero o quasi ne è la prova.
Dopo aver chiesto delle cose (tra cui consigli su editori a cui mandare raccolte di racconti, e devo dire che Charlie è stato utile, proponendomi diverse case editrici e consigli appropriati) gli ho cominciato a chiedere una canzone napoletana, poi gli ho chiesto di inventare una leggenda e poi invece gli ho chiesto se veramente ci fossero leggende siciliane sulle pietre forate (un argomento che mi interessa e che ho cercato spesso negli ultimi mesi). Ecco la sua risposta:
Mi sono incuriosita e ho cercato "lumie di scaddura".
Da dove arriva questo "scaddura"? Provo a chiederlo direttamente a Charlie.
Quindi è proprio convinto che "lumie" significhi pietre e "scaddura" voglia dire foro.
"U Passaru" è il nome di una pietra forata molto particolare che si trova nella città di Messina, in Sicilia. Secondo la leggenda, questa pietra veniva usata dagli antichi Greci per divinare il futuro. Si racconta che se si guarda attraverso il foro della pietra durante il solstizio d'estate, si possono vedere le visioni del futuro. Ancora oggi, molte persone si recano a Messina per guardare attraverso il foro della pietra durante il solstizio d'estate, nella speranza di avere una visione del futuro o di trovare un po' di fortuna. La pietra è un simbolo molto importante per la città di Messina, e viene spesso utilizzata come immagine rappresentativa nei prodotti artigianali e nei souvenir della zona.
Insomma, neanche "U Passaru" esiste, naturalmente, almeno non con questo nome. Però le risposte generate da Charlie sono coerenti fra loro e sono "ispirate" a una certa aria familiare.
Provo con un altro dei miei cavalli di battaglia... (nel frattempo, non mi consente di inserire in questo post delle schermate prese da chat.openai.com...)
Dopo aver fatto altre domande a cui Charlie risponde ammettendo la propria ignoranza ("non sembrano esserci informazioni a riguardo", dice in realtà, chiedendo ulteriori dettagli) arriva l'apoteosi.
Sull'ispirazione dei vocaboli siciliani inventati, e su una domanda riguardante Pitrè, mi è venuto in mente il mitico "Re Bafè", mitico per me, perché protagonista di una delle filastrocche più note della tradizione siciliana, cui sono affezionata perché mi ricorda la nonna Costanza (cosa che con tutta la buona volontà Charlie non può capire!)
Quindi chiedo:
Chi è il Re Bafè?
Non ho informazioni specifiche sul "Re Bafè". Potrebbe trattarsi di una figura leggendaria o mitologica specifica di una determinata regione o cultura, ma senza ulteriori dettagli non posso fornirti una risposta accurata. Se hai ulteriori informazioni o dettagli sul Re Bafè, sarò felice di aiutarti.
Eh, allora Charlie, ti do un aiutino.
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